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Focusing, di Eugene Gendlin – Astrolabio, 2001

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Il libro comincia con una discussione sulle origini del focusing.

Eugene Gendlin e i suoi collaboratori nelle ricerche svolte negli anni ’60, ascoltarono migliaia di ore di registrazione di sedute di terapia, per trovare risposte alla domanda: Cosa deve essere capace di fare il cliente per ottenere benefici dalla psicoterapia?

Giunsero alla conclusione che perché la terapia funzioni, il cliente deve esprimersi in un certo modo, un modo speciale.

Gendlin chiama questo modo: “Focusing”.

Egli arrivò a poter predire il risultato della terapia ascoltando la registrazione delle prime due sedute.

Le persone che avrebbero tratto beneficio dalla terapia parlavano più lentamente, la loro non era sempre una narrazione lineare, cercavano tutto il tempo parole adeguate a descrivere quello che stavano sentendo proprio in quello stesso momento.

Rimanevano in contatto con la sensazione vaga e difficile da descrivere che percepivano nel corpo mentre parlavano delle loro difficoltà.

Le persone che riescono a mantenere un riferimento diretto con l’esperiencing, ed a fare di questo la base dell’autocoscienza e della comunicazione ottengono migliori risultati dalla terapia. Queste le conclusioni della ricerca.

Nel secondo capitolo del libro, Gendlin riporta 4 esperienze di altrettante persone come esempi del processo e dell’efficacia del focusing.

Nel capitolo successivo introduce i concetti di felt sense, centrale per il focusing, e quello di felt shift.

Scrive che il libro si basa su due scoperte principali:

Primo: che esiste una specie di consapevolezza corporea che influenza profondamente la nostra vita e che ci può aiutare a raggiungere i nostri scopi. Dice che è stato costretto a coniare un’espressione nuova per descriverla, l’ha chiamata felt sense.

La seconda scoperta è che il felt sense si modificherà se lo trattiamo in modo corretto. Potrà perfino cambiare nel momento stesso in cui entriamo in contatto con esso.

E quando il nostro felt sense di una situazione cambia, noi cambiamo e la nostra vita cambia.

Il Focusing è un processo attraverso cui si entra in contatto con il felt sense, che è la sensazione fisica significativa relativa ad un problema o ad una certa situazione. E’ una sensazione ricca e complicata.

Quindi è il modo, attraverso dei passi, di ottenere un felt shift, il cambiamento, il passo avanti nella direzione della soluzione del problema.

Il felt shift si percepisce direttamente nel corpo, come un leggero sollievo, un profondo rilassamento, la liberazione di energia bloccata.

Il Focusing insegna alla persona come stare in contatto in modo accogliente con questa sensazione complessa, ancora confusa, ma chiaramente presente e percepibile relativa ad un problema e le insegna come trovare dei simboli per rendere esplicito ciò che è implicito.

Questo modo di stare in contatto con e “far sviluppare” il processo dell’esperienza diviene la base del cambiamento terapeutico per la persona. Per Gendlin l’esperienza ha impliciti i passi successivi, come dire che il felt sense di una situazione ingloba il problema e la soluzione dello stesso.

Come lui stesso dice nel libro: sebbene sia un processo naturale ha dovuto inventare la terminologia necessaria per descriverlo. Questo non ha reso facile la traduzione in italiano.

Felt sense, che è il concetto chiave del focusing, è forse anche quello più di difficile da comprendere del libro e sicuramente quello più difficile da tradurre senza perdere la ricchezza dell’espressione. In italiano, ispirandosi anche alla traduzione spagnola, si è usata un’espressione facile “sensazione sentita” invece di una circonlocuzione più esatta nel rendere il senso, ma più lunga e meno pratica da usare.

Felt shift è stato tradotto “cambiamento sentito”.

Il “felt sense” non è semplicemente una sensazione fisica o un’emozione ed il “felt shift” non è semplicemente un rilassamento. Questi concetti si riferiscono ad atti interiori più sottili, significativi e finemente differenziati che Gendlin descrive magistralmente nel libro.

L’altro aspetto fondamentale enfatizzato da Gendlin è che il cambiamento si avverte nel corpo. Il Focusing permette di sperimentare e comprendere se e quando avviene la vera trasformazione, insegna a riconoscere quell’inconfondibile sensazione fisica del cambiamento in atto.

Gendlin dice che il disagio è nel corpo, è una cosa fisica. Se vogliamo trasformarlo dobbiamo introdurre un processo di trasformazione anche sul piano fisico. Si deve sentire quello che succede nel corpo come conseguenza del cambiamento. Scrive: “Un cambiamento reale è una variazione nella forma corporea concreta di avere un problema, non è soltanto una nuova forma di pensare”.

D’altra parte, quando le persone cambiano lo mostrano fisicamente.

E…..molto importante: il focusing è piacevole, il processo di cambiamento reale è accompagnato da sensazioni piacevoli.

Dopo aver identificato il focusing come l’ingrediente essenziale nelle terapie efficaci, Gendlin si dedicò a sviluppare un metodo per insegnarlo.

Egli scrive: abbiamo scoperto il focusing studiando le persone che lo praticavano, non lo abbiamo inventato, lo abbiamo solo reso più specifico ed insegnabile.

Lo scopo del libro, scrive, è quello di spiegare al lettore che cosa fanno le persone che riescono a cambiare, e che l’abilità di realizzare un processo di focusing non è necessaria solo nello studio dello psicoterapeuta, ma è anche utile per affrontare i problemi e le situazioni quotidiane.

Il Focusing è una pratica cui si può attingere molte volte al giorno.

Questa è l’idea fondamentale del focusing: io ho accesso diretto alla mia esperienza concreta, percepita con il corpo e posso usarla come una risorsa.

Nella seconda parte del libro l’autore presenta le conoscenze accumulate durante i quindici anni d’insegnamento del focusing, portati avanti fino al momento della pubblicazione. Negli Stati Uniti, ricordo, il libro ha avuto una prima pubblicazione nel 1978, poi una rivista nell’ ’81.

Ci sono due capitoli che descrivono il processo suddiviso in sei passi per facilitarne l’apprendimento, e di ognuno dei passi illustra il significato. E’ un manuale di focusing, concepito perché il lettore possa usarlo per imparare a focalizzare.

I quattro capitoli seguenti passano in rassegna le difficoltà più comuni che interferiscono con il processo e suggeriscono i modi per affrontarle.

Gendlin ha scelto di scrivere in forma semplice evitando i tecnicismi, perché il libro si rivolge ai professionisti, ma non solo a loro. Tutti possono apprendere questa capacità e quindi il libro è rivolto a tutti.

Scrive: siamo di fronte a una specie di rivoluzione.

La ricerca ha dimostrato che questo atto interiore può essere insegnato e non è necessario essere in terapia per poterlo apprendere. Le persone possono realizzarlo da sole o con l’aiuto reciproco. Per la maggior parte delle persone è più facile mantenere l’attenzione del focusing in presenza di un’altra persona che ascolta, anche se semplicemente ascolta. Come dire che è più facile starsi a sentire se c’è anche un’altro che ci ascolta.

E imparare ad ascoltare empaticamente gli altri è un modo per imparare ad ascoltare sé stessi nello stesso modo.

La terza parte del libro s’intitola ”Persone che si aiutano reciprocamente”. Ci sono due capitoli dedicati ad un manuale dell’ascolto rivolto a professionisti ed a tutte quelle persone che vogliono aiutarsi reciprocamente.

Gendlin descrive i gruppi Changes, organizzazioni nate prima a Chicago negli anni ’70 e poi in altre città degli Stati Uniti. Sono presenti ora anche in Europa e in Giappone. Sono dei gruppi dove andare quando si vuole fare focusing e si ha bisogno di qualcuno che ascolti, in uno scambio alla pari. Quello che è necessario è conoscere il focusing e le abilità specifiche dell’ascolto necessarie per aiutare l’altro a focalizzare.

E’ possibile integrare il focusing con molte altre cose, con diversi metodi terapeutici, con la meditazione, le tecniche di lavoro corporeo. Può rendere più efficaci altri metodi di crescita personale, mettendoli in relazione con il felt sense, la sensazione sentita corporea.

E’ possibile applicare i concetti del focusing nel campo della creatività, alla scrittura o alla pittura. Si potrebbe dire che scrivere una poesia, comporre un pezzo musicale o creare una coreografia coinvolgono il processo di stare con una sensazione vaga ed imprecisa di qualcosa e cercare la forma di esprimerla. Negli ultimi 40 anni il focusing è stato applicato in molte aree diverse, ed utilizzato da managers, psicoterapeuti, religiosi, insegnanti ed educatori, da medici ed ostetriche.

La quarta parte del libro è “Focusing e società”: una sezione sulle ampie implicazioni sociali del focusing.

Il focusing e l’ascolto possono contribuire a creare relazioni interpersonali più significative e solide. Spazi per il focusing possono essere creati negli ambienti di lavoro e in istituzioni come scuole, ospedali, chiese.

D’altro canto il focusing fa in modo che le persone trovino la loro fonte interiore di riferimento, e questa potrebbe essere fonte di nuovi modelli di comportamento, ideati in modo originale da ciascun individuo. Il focusing contribuisce a sostituire i modelli tradizionali, non semplicemente proponendone altri, ma insegnando a crearne di nuovi, questi nuovi modelli scaturiscono da dentro, invece di essere imposti dall’esterno.

Secondo Gendlin: “Quando entriamo in contatto con delle sensazioni poco chiare, dobbiamo inventare modi nuovi per descriverle e nuove forme d’azione per tradurle nella vita quotidiana”. Il processo di creazione di nuove forme consiste in questo, ed è da qui che può provenire il cambiamento maggiore anche a livello della società.

Gendlin parla di una società di “creatori di modelli”.

Secondo lui, se ci accetteremo nella nostra dimensione di creatori di modelli comportamentali, non avremo bisogno di costringere noi stessi e gli altri in forme e ruoli fissi, che schiacciano e fanno soffrire.

Che cosa rende il libro prezioso?

  • Anzitutto con questo libro l’autore ha reso disponibile per i professionisti, i clienti ed il pubblico generale, l’abilità che è comune a tutte le terapie efficaci, come provato dalla ricerca.

  • Secondo, presenta tutto ciò in un linguaggio semplice e colloquiale, cercando di esprimere i concetti in modo comprensibile.

  • Terzo, il libro ha un tono ottimista, ma con delle basi teoriche e di ricerca che lo rendono più credibile di molti libri di auto aiuto.

  • In fine, è interessante leggere un apprezzato terapeuta e filosofo ridimensionare gli esperti e parlare della saggezza presente in tutti noi.

Il libro non sostituisce l’esperienza di focalizzare ed ascoltare. Può farli sembrare più facili da imparare di quello che sono in realtà.

Quando la sua lettura è combinata con un addestramento esperienziale alle abilità di focusing e ascolto, il libro può dare effettivamente al lettore la maggior parte di quello che promette.

di Nicoletta Corsetti, focusing trainer

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